Parroci

Tratto dal libro : Cerro Veronese – storia di una chiesa e del suo popolo

di Mons. Pietro Brunelli. Ed. 1991

Il seguente elenco è frutto di una ricerca eseguita sui registri dei battezzati , nell’ archivio parrocchiale

da tre giovani studenti nel 1971 (Zanella Andrea, Zanella Ivano, Prati Vittorio). Questo elenco è raffigurato su una lapide

posta nella cappella del cimitero. Sotto vi è scritto “Qui laboraverunt in

vinea Domini” che vuol dire “Coloro che lavorarono nella vigna (nel campo) del Signore. 

  • 1571...Rigo D. Innocenzo
  • 1571 – 1592 Signorato D. Matteo
  • 1593 – 1630 Gandino D. Francesco
  • 1631 – 1638 Salaorna D. Simone
  • 1638 – 1648 Saggio D. Battista
  • 1649 – 1657 Brutti D. Giorgio
  • 1658 – 1675 De Benedetti D. Francesco
  • 1675 – 1699 De Frustoli D. Simone
  • 1699 – 1705 Scardoni D. Cristiano
  • 1706 – 1721 Corlaiti D. Valentino
  • 1721 – 1729 Rosolini D. Ottavio
  • 1729 – 1735 Giberti D. Giuseppe
  • 1735 – 1776 Giberti D. Bartolomeo
  • 1776 – 1806 Salvetti D. Pietro Maria
  • 1807 – 1834 Menegatti D. Giuseppe
  • 1834 – 1835 Gallinetti D. Antonio
  • 1835 – 1850 Massella D. Domenico
  • 1851 – 1859 Locatelli D. Antonio
  • 1860 – 1891 Rizzotti D. Luigi
  • 1891 – 1926 Padovani D. Silvio
  • 1926 – 1966 Antolini D. Giuseppe
  • 1967 – 1999 Ferrarese D. Tullio
  • 1999 – 2011 Bertagnoli D. Luigi
  • 2011 - 2019 Dal Dosso D. Franco
    
    Da segnalare l'anno di inizio dei registri che si trovano nell'Archivio Parrocchiale
  • I registri dei Morti iniziarono nel 1711 con Don Valentino Corlaiti.
  • I registri dei Matrimoni nel 1760 con Don Bartolomeo Giberti
  • I registri delle Cresime sono più recenti ed ebbero inizio nel 1893 con Don Silvio Padovani.
  • Nel 1980 quando era parroco Don Tullio Ferrarese, venne iniziato il registro degli Iscritti al Perpetuo
     Suffragio, per ricordare il nome dei defunti che operarono per il bene della Comunità.
    Da ricordare in modo particolare quei giovani  nativi di Cerro che negli anni antecedenti 
    la seconda guerra mondiale vennero consacrati sacerdoti. Ecco i loro nomi: 
    D. Luigi Morandini - D. Pietro Brunelli - D. Marcellino Orlandi -
    D. Ulisse Bertoldi -D. Luigi Roncari - D. Igino Corbioli - D. Attilio Marogna
    

1571  RIGO DON INNOCENZO Nei registri di battesimo che divennero obbligatori nel 1571, è il primo parroco che troviamo. Non ne conosciamo la provenienza. Il Vescovo Mons. Agostino Valier emise un decreto nel 1571 che autorizzava la parrocchia di Cerro ad avere la “Compagnìa del Santissimo Sacramento”. Tale compagnìa ebbe nel paese una grande importanza per la vita religiosa, vi aderirono quasi tutti i capifamiglia, le madri e le spose della parrocchia per un totale di circa 200 persone. Tale Compagnia fu divisa nella categoria maschile (Confratelli) e femminile(Consorelle ) del Santissimo. Regolamento: i Confratelli dovevano a spese proprie mantenere acceso il lume accanto il tabernacolo, ogni 3^ domenicadel mesesi celebri una messa di suffragio per i Confratelli defunti, ogni anno nel giorno di S. Bernardo si distribuisca in elemosina un pane per i Confratelli.

1571 – 1592  SIGNORATO DON MATTEO Sotto il suo governo, successe un fatto impressionante: l’omicidio di un sacerdote, Don Angelo Busato, nel 1577, vicino l’ attuale “Cancellata” a sud del paese, ad opera di due briganti che volevano rubargli il denaro. Lui stava tornando dalla Valpantena a Torcolo, dove abitava,in sella al suo cavallo, il quale tornò in contrada senza il  padrone. Dopo varie  ricerche fu trovato il suo corpo. Lungo la provinciale che scende da Cerro , prima del bivio per Azzago, si può notare il  cippo posto in sua memoria. Il fatto venne tramandato dalla tradizione popolare a voce e confermato dal cippo in pietra.

1593 – 1630   GANDINO DON FRANCESCO Proveniva da Roverè. Il 19 agosto 1593 ebbe la visita del Vescovo Alberto Valier, il quale si premurò di conoscere dal parroco la situazione riguardo gli introiti della chiesa, il numero degli abitanti, e se in paese ci fossero eretici, scismatici o impenitenti. Don Francesco risposeche sotto la sua cura non c’erano anime di tal specie e che tutti vivevano cattolicamente. Venne interrogato anche il massaro il quale confermòche la comunità era soddisfatta del parroco; insegnava ai bambini il catechismo, visitava gli infermi, ed esercitava diligentamente la cura delle anime.

1631-1638  SALAORNA DON SIMONE Proveniva da velo.

1638-1648  SAGGIO GIO BATTA Non ne conosciamo la provenienza.

1649-1657  BRUTTI DON GIORGIO Dal cognome è molto probabile che provenisse dai nostri monti.

1658-1675  DE BENEDETTI DON FRANCESCO Dal cognome la provenienza può essere di queste parti. Fu parroco per 17 anni, venne trasferito in altra sede.

1675-1699-DE FRUSTOLI DON SIMONE Resse la parrocchia per 23 anni, proveniva da Roverè. Venne eletto quale successore di Don Francesco dai capifamiglia ai quali spettava il diritto di eleggere il nuovo parroco, il vescovo, invece, aveva il diritto di confermare la nomina. Questo modo è continuato nei secoli fino al 1967 con la rinuncia dei capifamiglia ad eleggere il parroco Don Tullio Ferrarese. Nel 1677 ci fu la visita del vescovo Mons. Sebastiano Pisano. Gli abitanti erano 240. In questo periodo venne costruito il campanile e come per la chiesa non si sa chi fu il primo ad idearlo e a costruirlo. L’attuale porta la data del 1691. Infatti nel lato nord, sotto il quadrante dell’orologio, vi è una lapide che porta incisa la data con delle lettere (v. foto).

 

campanile 2                         SAMSUNG DIGITAL CAMERA

campanile

Il campanile poggia sui resti di un fabbricato più antico del quale era visibile a piano terra una finestra murata. Il suono delle campane ha sempre tradotto molti aspetti della vita della comunità durante le ore della giornata: il mattino, il mezzogiorno, l’imbrunire, momenti di tempesta e uragani, incendi o altre calamità. Ancora oggi il suono prolungato della campana serve anche per avvertire la comunità della scomparsa di una persona. Dal differente suono si può capire se la persona scomparsa è un uomo (la quarta, seconda campana in ordine di peso) o una donna (la terza, terza campana in ordine di peso) o un bambino ( la prima, quinta in ordine di peso) o il sacerdote (la grossa, prima in ordine di peso) con particolari rintocchi. Gli stessi suoni vengono ripetuti prima e dopo un funerale. Il concerto di campane oggi non è riservato soltanto alle feste solenni o a particolari momenti della vita parrocchiale ma anche come invito per i fedeli alla celebrazione dell’Eucarestia la domenica. Dal 1982 fino a qualche anno fa ogni anno nella prima domenica di agosto, poi spostata alla fine di giugno, si è tenuta la gara campanaria, alla quale partecipavano squadre di campanari provenienti da vari paesi della provincia.  Da segnalare in questo periodo il capitello di San Vincenzo (1686) vicino l’attuale cimitero e recentemente restaurato e  il cippo con la croce (1681)  che si trova in contrada Prati e che porta incise queste parole ” O tu che passi da questa via non ti rincresca di dir Ave Maria”.  

s.vincenzo                                                                                                        SAN VINCENZO–1686

stele 1681

                                                                                                       STELE CONTRADA PRATI 1681

 

1699 – 1705SCARDONI DON CRISTIANO Alla morte di Don Simone, i capifamiglia scelsero un altro sacerdote proveniente da Roverè, Don Cristiano Scardoni. Il vescovo Mons. Gianfranco Barbagio, confermò. Dopo 5 anni il parroco fu trasferito in altra sede.

1706 – 1721 CORLAITI DON VALENTINO Fu parroco per 5 anni. I capifamiglia concordarono per questo sacerdote che proveniva da San Mauro di Saline e nella votazione raggiunse la maggioranza assoluta. Il Vescovo confermò tale elezione. Nel 1711 Don Valentino iniziò a compilare il primo registro dei morti.Come il sacerdote precedente fu trasferito ad altra sede dopo 15 anni di servizio.

1721 – 1729ROSOLINI DON  OTTAVIO Questo biglietto attesta una Prima Comunione ricevuta nella nostra chiesa. Parroco Don Ottavio. Il sacerdote abitava a Valdiporro, i capifamiglia concordarono con lui. La votazione venne eseguita il 23 maggio 1721 e confermata il giorno dopo dal  vescovoMons. Gradenigo. Dopo 8 anni di ministero fu confermato parroco di  Chiesanuova. Vicario spirituale venne nominato Don Angelo Busato da Torcolo. SAMSUNG DIGITAL CAMERA

1729 – 1735 – GIBERTI DON GIUSEPPE I capifamiglia furono riuniti da Don Angelo per esaminare la situazione. Venne deciso di formare una delegazione guidata dallo stesso Vicario che si sarebbe recata a rivolgere l’invito per la successione al parroco di Quinto di Valpantena, Don Giuseppe Giberti, il quale accettò. Come di consueto si procedette all’elezione e si chiese conferma al vescovo che , però, usò una formula nuova: Con un decreto diede a Don Giberti ” licenza di fare il parroco per soli 10 mesi”. Tale licenza risultò tuttavia tacitamente rinnovabile in quanto  Don Giuseppe resse la parrocchia per 6 anni, fino alla sua morte avvenuta il 24 gennaio 1735, assistito da Don Giacinto Poggese di Cerro.

1735 – 1776GIBERTI DON BARTOLOMEO Con Bartolomeo Giberti inizia il registro dei Matrimoni che porta la data del 1760.  Nei primi anni del suo ministero venne costruito nella contrada Roboli il capitello dedicato alla Vergine sul quale è incisa la data XDCCXXXIX. Si riporta la data di un restauro avvenuto nel 1992. La cappellina di via Belvedere ( un tempo all’inizio del paese) è invece del 1752. roboli                                          

                                                                   Il Capitello di Roboli: anno 1739

cappellina belvedere

                                                                        Via Belvedere: Cappellina.

Don Bartolomeo aveva 27 anni quando fu eletto parroco di Cerro e il suo lungo periodo pastorale fu ricco di opere. Fu stimato da tutti per le sue doti di pietà, saggezza e paternità. Morì a 68 anni il 5 settembre 1776,  vittima del colera, assistito dal curato Don Girolamo Prati di Cerro. Nel 1747 Don Bartolomeo adornò la chiesa dell’altare maggiore ora spostato nell’abside e dei quattro altari laterali in stile barocco (vedi foto in articolo decorazione chiesa) dedicati rispettivamente a San Bernardo, dove ora c’è il Sacro Cuore, alla Madonna Addolorata, a San Giuseppe e alla Madonna del Rosario. Nelle singole nicchie ora si trovano quattro statue, un tempo vi erano quadri d’autore; ora tre tele si trovano alle pareti della chiesa, una (la tela raffigurante la Madonna del Rosario) venne portata  nella Chiesetta sul Monte della Croce e purtroppo, nel 1982, venne trafugata da ignoti e mai più ritrovata. Nel 1750 Papa Benedetto XIV indisse l’Anno Santo, il diciottesimo della Storia della Chiesa.Anche Cerro celebrò questo giubileo con una processione insieme agli abitanti di Zago e Grezzana, fino a Verona in una delle quattro chiese principali: la Cattedrale, San Nicolò, San Fermo e San Sebastiano. Quelli che non poterono recarsi a Verona acquistarono l’indulgenza del giubileo facendo quindici visite alla chiesa parrocchiale, recitando il Rosario, e accostandosi ai Sacramenti della Confessione e Comunione.

1776 – 1806SALVETTI DON PIETRO MARIA  

                                                                            Indulgenza plenaria. SAMSUNG DIGITAL CAMERA Un anno prima della sua morte avvenuta il 25 settembre 1806, D. Salvetti chiese al Papa Pio VII il privilegio perpetuo di acquistare   l’indulgenza plenaria , applicabile anche ai defunti, una volta al mese, per chi avesse visitato la chiesa di S. Osvaldo, e pentito e confessato si fosse comunicato e avesse pregato secondo l’intenzione del Sommo Pontefice. L’indulgenza venne concessa e il parroco fece scolpire questo privilegio su una lapide posta sulla facciata della Chiesa. Vedi foto. Durante il suo ministero venne costruito il primo pavimento della chiesa in lastroni di pietra. Questo pavimento verrà poi  totalmente rifatto in marmo bianco e rosso nel 1914, come si vede oggi, lucidato e riparato a nuovo nel 1983. Durante il suo ministero due sacerdoti cerresi morirono: Don Baldassarre Prati e Don Giuseppe Carcereri. Ambedue vennero sepolti il giorno dopo la loro morte nella tomba dei sacerdoti. Altra opera realizzata fu la balaustra dell’altare, tolta dopo la riforma del Concilio Vaticano II. Vedi foto sotto.

                                        L’interno della chiesa prima del 1967. prima del 1967

 

                                                                                                                                                      

La facciata della chiesa attuale. Della precedente vennero conservati il portale, la lapide al centro, e il finestrone centrale.

 

balaustra                                                                          la balaustra…

                  

1807 – 1834 – MENEGATTI DON GIUSEPPE Con Don Giuseppe cambia il modo di esercitare il diritto di patronato nella nomina  dei parroci da parte dei capifamiglia. Nella storia della parrocchia questo esercizio venne esercitato in due modi: 1) i capifamiglia con il massaro ( l’attuale sindaco) sceglievano il sacerdote gradito e , con votazione, lo nominavano. 2) Dopo il Concilio di Trento il vescovo nominava il sacerdote candidato che aveva superato l’esame di concorso, mentre i capifamiglia confermavano la nomina con una votazione. se la votazione non raggiungeva la maggioranza di cinquanta più uno al primo scrutinio, il vescovo doveva bandire un nuovo concorso. Queste norme furono in vigore fino al Concilio Vaticano II. vinse D. Giuseppe Menegatti di 37 anni di Lugo di Valpantena. Prese possesso la domenica del 7 aprile 1807. Sotto la sua guida venne istituito il pio esercizio della Via Crucis. L’opera più importante resterà l’ampliamento della chiesa; prolungò di 4 metri la chiesa e ne rifece la facciata che è l’attuale. Il Vescovo Grasser il 12 agosto 1832, consacrò solennemente la chiesa.

1834 – 1835 GALLINETTI DON ANTONIO Fu parroco per soli sei mesi. Praticamente non venne mai a Cerro, eccone i motivi: dopo la morte di Don Giuseppe Menegatti. il 23 luglio il Vescovo Mons. Antonio Grasser indisse il concorsoda tenersi secondo le norme del Concilio di Trento. Questo concorso andò deserto. In novembre venne indetto un secondo concorso. Si presentò Antonio Gallinetti di 32 anni, curato maestro di Lonato. Superò brillantemente gli esami. Il Vescovo il 14 novembre 1834 emanò il decreto di nomina che venne successivamente confermato dai capifamiglia e dall’autorità comunale. Dopo il giuramento D. Antonio venne autorizzato a prendere possesso della sua nuova parrocchia. L’attesa dei parrocchiani di incontrarsi col nuovo pastore, fu vana, poichè D. Antonio il 21 maggio 1835 presentò al Vescovo l’atto di rinuncia per motivi di salute. In realtà il vero motivo era la contesa che si era creata tra le due parrocchie di Chiesanuova e di Cerro per la giurisdizione delle contrade Gonzi, Pontara e Malpensà. Il vescovo non fece nulla per definire tale controversia e così D. Gallinetti rinunciò all’incarico.

1835-1850 MASSELLA DON DOMENICO Fu parroco per 15 anni.Nativo di Erbezzo, parroco do Lughezzano, parrocchia confinante con Cerro. Ecco i fatti principali dei suoi quindici anni di parrocchiato: IL COLERA Dopo sette mesi dalla nomina scoppiò il colera. In dodici mesi 57 morti quasi tutti sotto i sessant’anni. Per il paese fu una vera tragedia. Le famiglie, incapaci di reagire ad un morbo così misterioso, si unirono al loro parroco che in quell’anno corse da una casa all’altra ad asciugare lacrime e infondere coraggio. Sostenuto evidentemente dalla luce della fede cristiana. LA CASA DEL CURATO Costruita nel 1838 dal popolo di Cerro per dare un’ abitazione degna per i loro “curati”, i sacerdoti aiutanti del parroco. E’il fabbricato che si trova tra la tabaccheria e la cassa rurale Vallagarina. Per la sua centralità venne adibita a vari servizi per cui merita un cenno particolare. Nel corso degli anni ecco a cosa è servita questa casa: – Fino al 1849 fu il luogo dell’esposizione delle mappe del nuovo catasto. – Nel 1899 per due anni fu abitato dalle suore nell’attesa della costruzione del nuovo asilo. – Fu più volte sede del municipio. – Divenne anche l’abitazione dell’ostetrica comunale. – Fu abitazione dei curati: D: Marcello Pernigotto, D: Fortunato Zardin, D. Giovanni Tagliapietra. – Fu anche ” prigione” per i ladri di galline. – Ritornò a sede del municipio nel 1963-64 mentre si costruiva il nuovo. – Nel 1968 venne venduta a Zanella Giuseppe e il ricavato servì per pagare i debiti del cinema parroc= chiale. ISTITUZIONE DELLE SANTE QUARANTORE Con decreto del 20 febbraio 1844, accogliendo la domanda del par roco il vescovo di Verona Mons. Mutti stabilì che le Sante Quarantore venissero celebrate con la massima solennità ogni anno nella terza domenica di agosto. Nel 1962 il parroco D. Tullio Ferrarese trasportò la celebrazione all’ultima domenica di settembre poichè nel mese di agosto la popolazione è troppo impegnata nelle attività turistiche. DI NUOVO IL COLERA Nel maggio 1849, si manifestò nuovamente il colera. Il popolo di Cerro, si obbligò con un voto a costruire sul Monte dell Croce una cappella in onore della Madonna addolorata. L’opera non venne subito eseguita perchè il parroco rinunciò alla parrocchia e venne trasferito ad Erbezzo. In seguito la cappella verrà realizzata dal parroco Don Silvio Padovani.

1851-1859 LOCATELLI DON ANTONIO Nativo di Zevio, fece il suo ingresso come parroco di Cerro il 15 luglio. dopo otto anni venne trasferito nella parrocchia di Soave. Il suo nome viene ricordato per due opere particolari: per il nuovo concerto di campane e per la cappella situata in contrada Carcereri. Anno 1856 (foto) La cappella è situata in un punto geografico di importanza storica,
dato che accanto , all’angolo di destra, sorge il cippo terminale in pietra che da sempre ha segnato i confini dei tre comuni di Cerro, Bosco e Roverè. LE CAMPANE La prima detta “la grossa”, attualmente pesa 965 kg, il tono è MIb. Diametro 117 cm. La seconda detta “la quarta”pesa 633 kg, il tono è in FA, diametro 104 cm, rifusa nel 1961 , ne sostenne la spesa il sindaco Ferdinando Chiampan. Occupa la nicchia a est.
La terza è 454 kg, il tono è in SOL, diametro di 94 cm. Occupa la nicchia a nord. La quarta è 374 kg il tono è in LAb, e ha un diametro di 88 cm. La quinta è di 261 kg, il tono è in SIb. con la quarta occupa la nicchia a sud. La sesta Nel 1950, in occasione dell’Anno Santo, D. Giuseppe Antolini aggiunse la campana più piccola detta “la sestina”.Quando nel 1853 il nuovo concerto di campane venne inaugurato si fece una grande festa.

1860-1891  RIZZOTTI  DON LUIGI. Resse la parrocchia per 31 anni. Dopo la rinuncia  Don Antonio venne sostituito da Don Giacomo Bellamoli, curato di Cerro. Il concorso indetto dal Vescovo per la nomina del nuovo parroco andò deserto per ben tre volte; Segno evidente che la Parrocchia era in quel periodo poco o nulla appetibile. Alla quarta si presentò il M.R.D. Luigi Rizzotti maestro di  Sona,  32 anni, munito del “placet” dei capifamiglia di Cerro. Venne nominato parroco dal vescovo e fece il suo ingresso il 3 marzo 1860 secondo il rito stabilito  dal Concilio di Trento.Caratteristica di Don Rizzotti fu quella di scrivere in latino gli avvenimenti  del suo tempo; ecco alcune annotazioni sull’anno 1870: In questo medesimo tempo Italiano che si professavano cattolici hanno spogliato in modo ingiusto e scellerato la Chiesa cattolica di tutti i beni temporali……Napoleone III imperatore dei Francesi, fatto prigioniero da Guglielmo, re dei Prussiani, è stato relegato nella fortezza di Villenshon……Il Papa Pio IX è stato privato del potere temporale ed è stato chiuso nella città leonina. Le sante quarantore. D: Rizzotti, sacerdote di profonda spiritualità, cercò di coltivare la vita religiosa della popolazione curando in modo particolare la Compagnia del Santissimo e le S. Quarantore, impegnando i componenti la Compagnia a sostenerle. L’organo della chiesa.  Il parroco arricchìla chiesa di Cerro del nuovo organo, costruito dalla premiata ditta Zanfretta di Verona. Sotto la cantoria è segnata la data del MDCCCLXXXII ( 1882). Anche se non esiste nessun documento è probabile che la sua inaugurazione sia avvenuta durante le S. Quarantore data la solennità  con cui venivano celebrate.

Successivamente l’organo cadde in abbandono. Venne restaurato così come si presenta nel 1970 dall’organaro di Verona Felice Corrà.

                                                                                    

1891-1926 PADOVANI DON SILVIO. Fu parroco per 34 anni. Quando il 15 aprile 1891 D. Rizzotti rinunciò alla parrocchia di Cerro, Mons Bacilieri, Vescovo di Verona, nominò economo spirituale D. Silvio Padovani, curato di S. Michele Extra. Aveva 40 anni ed era ricco di esperienze pastorali che mise a profitto nella comunità parrocchiale.

L’ingresso solenne con il possesso della parrocchia avvenne il 15 maggio 1892. In quel tempo il tenore di vita del paese era molto povero. Dai parrocchiani poco si poteva avere in denaro, molto in manodopera. Per questo il parroco, come i suoi predecessori, domandò al vescovo di Verona l’autorizzazione di trasportare nei giorni festivi il materiale necessario per costruire le opere parrocchiali: L’oratorio, il nuovo cimitero, la cappella del Redentore sul Monte Croce ( vedi specifico articolo),  il nuovo pavimento della chiesa,  la nuova gradinata all’entrata della chiesa,  l’altare dedicato alla Madonna della pace in ricordo dei caduti della I guerra mondiale. Tre anni prima di morire fece rifondere la quinta campana” la grossa”, cambiando tutto il castello di legno con putrelle d’acciaio.

ORATORIO. Fu la prima opera realizzata fianco alla chiesa. A piano terra fece costruire due aule che mise a disposizione delle classi terze elementari allora alloggiate nei locali dell’odierno bar Allegri. Al piano superiore fu realizzata una cappella, luogo di incontro per i giovani la domenica per la preghiera L’opera fu compiuta con il lavoro gratuito dei muratori del paese. Successivamente vennero apportate alcune modificazioni.Il piano terra servì anche come luogo di riunioni e come sala cinematografica. La struttura venne rinnovata nell’anno 1971.Nel piano superiore è rimasta la cappella completamente rimessa a nuovo.Il piano inferiore ora funge da sala per le conferenze.

IL NUOVO CIMITERO.Nel 1896 il cimitero, ubicato dietro l’abside della chiesa, era piccolo e insufficiente.Presi accordi con il sindaco Rubele Modesto, si decise per la costruzione del nuovo cimitero nella località attuale. Quando la recinzione venne ultimata ogni giorno volontari prelevavano salme dal vecchio camposanto e, dopo la benedizione del sacerdote, al suono della campana, le collocavano nel nuovo cimitero. Nel 1963 dato il forte incremento turistico del paese si ipotizzò di spostare il cimitero in un’altra località. A questo scopo venne indetto un referendum il 23 giugno del 1963. La risposta fu negativa e il cimitero rimase dove ora si trova. Nel 1972 l’Amministrazione Comunale decise di ampliarlo. Vennero costruiti nuovi loculi e una nuova cappella.

NUOVO PAVIMENTO DELLA CHIESA. All’inizio del mese di gennaio 1914, D. Padovani decise di rinnovare con lastre di marmo bianco e rosso il pavimento della chiesa coperto allora da lastroni grezzi di pietra. Venne stabilito un contratto tra il sig. Augusto Bellomi di Poiano ed i sigg. D: Giovanni Tagliapietra, Pollinari Gioacchino e Conti Antonio: I Tagliapietra e C: forniranno al sig. Bellomi le pietre bianche e rosse estratte dalla cava dei DOI, situata presso la contrada Regno, condotte alla segheria in Basso Acquar e ricondotte poi a Cerro. Penseranno per la condotta della sabbia e calce, per lo sgombero della chiesa e per la fornitura del materiale greggio per il sottosuolo. Il Sig. Bellomi si obbliga di: segare e lavorare le pietre e la posa in opera, provvedere alla sabbia e calce, preparare il sottosuolo.  Il cui costo fu di 2500 lire a rate stabilite. La manodopera venne prestata dai parrocchiani che si organizzarono a turno per il trasporto del materiale. Dopo il pavimento alla Ditta Bellomi venne affidato l’incarico di ricostruire la gradinata esterna della chiesa.

Al termine dei lavori nel centro del pavimento venne posta questa iscrizione: PAVIMENTUM MIRA POPULI CONCORDIA RESTITUTUM MCMXIV ( questo pavimento restaurato per la mirabile concordia di tutto il popolo nel 1914). Questo stesso pavimento venne fatto restaurare e lucidare nel 1983 dal parroco D: Tullio Ferrarese. Il lavoro venne eseguito dalla ditta di Lugo Dal Corso Paolo per la somma di circa quattro milioni di lire.

L’ ALTARE DELLA MADONNA DELLA PACE (vedi articolo su: decorazione della chiesa)

1926-1966 ANTOLINI DON GIUSEPPE. Fu parroco per 40 anni. Nato a Poiano il 26 agosto 1883 venne ordinato sacerdote dal Card. Bacilieri l’11 agosto 1907 . Fu curato per 4 anni a Manerba del Garda e per 15 anni coadiutore a Villafranca. La data del suo ingresso solenne a Cerro V.se fu fissata per la domenica 27 ottobre 1926.                 Vedi foto.003_festa_1926

Dando uno sguardo all’apostolato che D. Giuseppe Antolini ha compiuto nell’arco di 40 anni possiamo affermare che la sua attivitàpastorale ebbe come punto focale la chiesa e la vita religiosa della popolazione.Infatti egli cominciò subito ad abbellire la sua chiesa. Preparò l’interno per la decorazione ( vedi articolo apposito) e modificò il presbiterio abbellendo con le due entrate ai lati dell’altare le due uscite laterali della sacrestia e del campanile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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