La decorazione all’interno della chiesa segue uno schema ben preciso che ha come base la ” Storia della Salvezza”. Il lavoro venne affidato al pittore Antonio Negrini dall’allora parroco Don Giuseppe Antolini, e questa fu la prima chiesa da lui decorata nella provincia di Verona. L’inaugurazione avvenne il 3 agosto 1930 dal Vescovo di Verona Girolamo Cardinale. In questa occasione, vennero ordinati sacerdoti due seminaristi di Cerro: Marcellino Orlandi, da Lavello e Pietro Brunelli abitante in Piazza.
Con il passare del tempo la decorazione andò sempre più deteriorandosi, a causa di infiltrazioni d’acqua che provenivano dal tetto e dai muri laterali. Era necessaria una nuova ristrutturazione dell’interno della chiesa che il parroco Don Tullio Ferrarese ordinò al decoratore Licino Speri, che fu discepolo e aiutante di Negrini, nel 1985. Il lavoro durò da gennaio ad aprile e l’inaugurazione si tenne il 5 maggio dello stesso anno. Il costo dell’opera fu di 22 milioni di £. “Negrini fu il vero artista e ideatore dell’opera” disse allora Licino Speri, “Noi ci siamo solamente limitati a seguire i suoi disegni. Penso a quale responsabilità e mole di lavoro ebbe l’artista nel dividere il volto della chiesa secondo una ben precisa tematica, come la scelta dei colori e dei soggetti da rappresentare”.
In questo arco centrale del presbiterio è rappresentato l’annuncio dell’ Arcangelo Gabriele a Maria.
Osservando la decorazione della volta, dalla porta centrale, si nota che il fulcro dell’ opera à nel mistero dell’ Incarnazione di Dio.Le figure dei quattro profeti maggiori, (del pittore Pegrassi), sono dipinte nel volto della chiesa e rappresentano l’Antico Testamento. Nel centro della volta, si trovano i i simboli della SS. Trinità:Padre, Figlio, Spirito Santo. Il simbolo della nave rappresenta la Chiesa che continua nella storia l’opera di Cristo. Sotto il volto, tutto intorno al cornicione in basso, le parole dell’Ave Maria che esprimono la fede del popolo di Cerro. Tutta la decorazione del soffitto è del Negrini. Con l’incarnazione inizia il Nuovo Testamento.
Infatti sopra il presbiterio (parte della chiesa immediatamente antistante l’altare), dominano le figure dei quattro Evangelisti.
La figura di Cristo, Buon Pastore, è ben simboleggiata nel catino dell’abside (parte dietro l’altare maggiore), dove come un buon pastore va alla ricerca della pecora scomparsa, la ritrova e la libera dai rovi in cui si era imprigionata.
Sotto il cornicione le parole” Lauda Sion Salvatorem, lauda ducem et pastorem in innis et canticis” che esprimono la professione di fede della comunità di Cerro. Nelle vetrate in fondo all’abside disegnate dal pittore De Marchi e realizzate dall’Arte Vetraia Veronese nel 1970, sono rappresentati i due santi patroni S. Osvaldo, a sinistra e S. Bernardo a destra. Sopra la porta della sacrestia vi è la statua di S. Giovanni Neponucemo con le insegne sacerdotali, reca nella mano sinistra una palma, simbolo del martirio e l’indice della mano destra sulle labbra per indicare il simbolo del suo martirio: il segreto confessionale. Sul lato opposto, la statua di S. Pietro Apostolo che tiene in mano le chiavi. Lungo le pareti si trovano appese le quattordici stazioni della Via Crucis e sotto di esse i cinque Ricchi di marmi l’altare maggiore del 1832 e i quattro altari laterali.
Nelle nicchie poste sopra di essi sono collocate le statue del Sacro Cuore, dell’Addolorata, di S. Giuseppe e della Madonna del Santo Rosario. Sopra la porta principale l’organo che accompagna i canti liturgici del coro parrocchiale. All’inizio della chiesa ci sono due cappelle laterali, la cappella del Crocifisso e la cappella della Madonna della Pace iniziata da D. Silvio Padovani e terminata durante la seconda guerra mondiale da D. Giuseppe Antolini. Nel 1980 venne completamente ristrutturata. Oltre alla venerazione dei Santi sopra menzionati, lungo il corso dei secoli sorse anche la devozione di altri Santi caratteristici della nostra civiltà latino-italiana. Interessanti sono i quadri alle pareti, uno raffigura S.Fransesco, S. Bernardo e S. Carlo che tengono il diavolo incatenato, della scuola del Brusasorzi. Altra pala interessante è quella dell’Addolorata del tardo ‘500, accoglie tra le braccia Gesù deposto dalla Croce con accanto le figure di S. Valentino, S. Antonio e S. Giuseppe
Sacro Cuore Addolorata San Giuseppe Madonna Santo Rosario
La terza pala del pittore Carlo Donati rappresenta la morte di S. Giuseppe con accanto Maria e Gesù. Nella quarta ci sono le figure di S. Luigi e S. Vincenzo che guardano la Madonna Addolorata. L’autore è ingoto. All’inizio della chiesa vi sono due cappelle laterali, la cappella della Madonna della Pace e la cappella del Crocifisso. Il 24 maggio 1915 l’Italia venne coinvolta nella prima guerra mondiale. Al termine della guerra, nel 1920, Don Padovani volle ricordare il lungo elenco di caduti e dispersi erigendo nella chiesa un altare dedicato alla Madonna della Pace. Dopo il termine del secondo conflitto la cappella fu dedicata ai caduti delle due guerre mondiali. Nel 1980 fu completamente restaurata e ritornò ad essere sempre la cappella della Madonna della Pace.
Nella cappella dell’oratorio accanto alla chiesa nelle vetrate troviamo raffigurati S. Michele Arcangelo, Papa Giovanni, S. Antonio da Padova, S. giovanni Bosco, S. Francesco, S. Agnese e S. Luigi. Molto venerate sono le statue di S. Antonio Abate, patrono delle stalle la cui festa cade il 17 gennaio e S. Agnese, partona della gioventù femminile, si celebra il 21 gennaio.
La statua della Vergine con un nuovo Bambino al posto di quello rubato anni fa, è tornata alla sua originaria bellezza e riconsegnata alla pietà dei fedeli. Opera lignea del XVIII sec. restaurata grazie alla passione di un gruppo di parrocchiani guidati dal precedente parroco Don Luigi Bertagnoli e da Giancarlo Mandarà che si è fatto carico di seguire tutte
le fasi di recupero dell’opera. La conferma della datazione è venuta da Daniela Campagnola, con studio di restauro in lungadige Galtarossa, che l’ha esaminata e restaurata. L’intervento di recupero ha interessato in particolare il viso e i capelli che sono stati ridipinti, le mani perchè mancavano alcune dita e sui piedi che erano staccati dal corpo. Ha provveduto ad un trattamento antiparassitario del legno, alla pulitura e stuccatura prima della verniciatura definitiva. Il sig. Mandarà si è interessato per la statua mancante di Gesù Bambino, affidando l’incarico allo scultore della Val Gardena Alfons Runggaldier, che l’ha realizzata in legno di cirmolo. Il prezioso vestito e la corona della Madonna sono stati donati da una generosa Sig.ra di Verona. Il costo dell’opera è stato sostenuto con contributi dei fedeli.
Pare che l’immagine sacra godesse di una particolare venerazione per le grazie ottenute durante il contagio del colera , che nel corso dell’Ottocento funestò più volte le contrade della lessinia. La costruzione della Cappella del Redentore sul Monte della Croce, (vedi altro articolo) inaugurata più di un secolo fa, nacque come ex voto per la liberazione dal morbo e lì veniva potrata in processione la statua della Vergine, finchè nel 1964 il parroco Don Antolini, decise di lasciare stabilmente la statua all’interno della cappella. Vi rimase fino al 1982 quando fu portata via dopo ripetuti atti di vandalismo e dopo il sacrilego furto di Gesù Bambino che teneva sulle ginocchia. Ora la statua si trova nella nuova sala polivalente, a fianco della parrocchiale. Da maggio ad agosto è possibile ammirarla nellla chiesa .